NPL in risalita a fine 2021
Secondo il Monthly Report ABI il trend in atto dal 2016 si è invertito
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a novembre 2021 sono 17,6 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 16,7 miliardi di ottobre 2021 e ai 15,4 miliardi di settembre 2021. Mentre le sofferenze sono in riduzione rispetto a un anno prima, quando registravano 23,5 miliardi a novembre 2020 (-5,9 miliardi pari a -25,1%) e ai 29,3 miliardi di novembre 2019 (-11,7 miliardi pari a -39,9%) (cfr. Tabella 10). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 71,2 miliardi (pari a -80,1%).
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,02% a novembre 2021, (era 0,89% a settembre 2021, 0,97% a ottobre 2021, 1,35% a novembre 2020, 1,69% a novembre 2019 e 4,89% a novembre 2015)
Nel corso della conferenza stampa annuale sull’Italia Standard and Poor’s ha disegnato un quadro complessivamente postivo all’interno di un clima generale di fiducia grazie al percorso di riforme avviato in relazione al pacchetto di aiuti europei. L’economia dell’Eurozona è attesa in crescita del 4,4% quest’anno dopo un rimbalzo del 5,1% del 2021, e l’Italia crescerà ancora di più, 4,7% dopo il 6,4% dello scorso anno.
Nel breve termine ci sono diverse incognite e fattori di rischio che incombono sui paesi europei tra i quali il virus, ovviamente, con la nuova variante Omicron, l’inflazione, i cambiamenti della politica di sostegno monetario e fiscale, e le difficoltà della supply chain, tutti fattori intimamente interconnessi. Secondo Sylvain Broyer, chief economist EMEA, tuttavia il virus non guiderà l’economia nel 2022 nella stessa misura in cui lo ha fatto nel 2021. L’economia europea sta comunque abbandonando la modalità di “ripresa” per avviare una fase di espansione, e non si prevedono contrazioni nel primo trimestre.
CBRE ha pubblicato l’edizione 2022 del suo investor survey EMEA rilevando come in Europa si sia raggiunto un nuovo record per gli investimenti immobiliari di 359 miliardi di euro, in crescita del 25% sul 2020 e dell’8% rispetto al 2019, che aveva fatto registrare il record precedente. Gran parte del boom si sarebbe concentrato nel quarto trimestre con 136 miliardi di euro, il 37% in più rispetto allo stesso periodo del 2020 e il 10% il più del quarto trimestre 2019.
Tra i vari Paesi a registrare i volumi di investimento record sono Germania e i Paesi Nordici con una rispettiva crescita del 39% e 44%. In Germania il totale dei volumi investiti ha raggiunto quota 110 miliardi, il valore più alto mai registrato da un paese europeo. L’Irlanda e il Regno Unito segnano, invece, la crescita più alta, rispettivamente del 54% e del 49%. L’Italia registra una crescita del 13%, dovuta principalmente ad un’accelerazione nell’ultimo trimestre visto che nei primi 8 mesi del 2021 i volumi erano ancora inferiori all’anno precedente. Non mancano comunque Paesi che registrano un calo come Francia (-9%), Portogallo (-21%) e Olanda (-10%).
Il canale principale attraverso cui gli investitori hanno allocato maggiori volumi di capitale sul settore immobiliare è stato quello delle attività di M&A e portafoglio nel segmento Multifamily (l’affitto di condomini residenziali da parte di investitori finanziari) con grandi operazioni, tra cui l’acquisizione da parte di Vonovia della piattaforma residenziale di Deutsche Wohnen in Germania e la vendita dell’attività residenziale di Akelius in Germania e nei Paesi Nordici a Heimstaden. Ci si aspetta che questa tendenza continui anche nel 2022.
L‘asset class “Uffici” rimane il settore più grande in Europa con un volume di investimenti pari a 111 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2020 con performance particolarmente buone nei Paesi Nordici (+117%), in Regno Unito (+48%), in Olanda (+30%), in Spagna (+27%) e in Germania (+10%). Nel 2022, CBRE si aspetta una ripresa degli investimenti nel settore anche negli altri Paesi.
Il segmento Multifamily lancia la sfida al mercato Uffici registrando un record di quota 102,6 miliardi di euro di investimenti totali nel 2021, con una differenza di appena 9 miliardi rispetto agli Uffici. I volumi sono aumentati del 42% rispetto al 2020, spinti da numerose fusioni, acquisizioni e attività di portafoglio.
Altro segmento florido per gli investimenti è stato quello della Logistica che chiude il 2021 con 62 miliardi di euro di investimenti, in aumento del 48% rispetto al 2020. Un mercato occupazionale molto forte ha sostenuto transazioni importanti, tra cui la ricapitalizzazione di 3,1 miliardi di euro di GIC di Europe Value Venture Fund III di EQT Exeter, l’acquisizione per 1,7 miliardi di sterline da parte di Blackstone della rete di distribuzione di Asda e la vendita per 1 miliardo di euro di Montepino e del portafoglio logistico spagnolo di CBRE Investment Management a Bankinter.
Il settore Hotel si avvia verso la ripresa, non riscontrando particolari difficoltà, raggiungendo quota 17,1 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 70% rispetto all’anno precedente.
Al contrario, il Retail è ancora sotto pressione e registra 35,2 miliardi di euro di investimenti, con volumi in calo dell’11% rispetto al 2020. Tuttavia, alcuni mercati hanno mostrato un aumento dei volumi, tra cui Regno Unito (51%), Paesi Nordici (23%) e CEE (41%.)